Autore: Gadgetblog.it
Secondo un recente studio condotto dalla società tedesca di consulenza strategica Roland Berger, pubblicato su “Le Journal du Dimanche”, in Francia potrebbero sparire 3 milioni di posti di lavoro entro il 2015, per l’uso sempre più massiccio dei robots.
La perdita occupazionale colpirebbe trasversalmente molti settori, minacciando il futuro di tante famiglie, costrette a fare i conti con questa trasformazione produttiva, più incisiva che mai in proiezione futura.
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Prima lo sbarco dei sistemi di intelligenza artificiale abbracciava ambiti limitati, ora potrebbe allargarsi in modo capillare, coinvolgendo un gran numero di comparti, con implicazioni negative in termini di posti di lavoro. Lo studio di Roland Berger mette davvero l’ansia e potrebbe riguardare anche il nostro paese, che non potrà certo esimersi da cambiamenti di tale portata.
Pochi i settori che non sarebbero colpiti, se non in modo marginale, dal cambiamento: l’istruzione, la sanità e la cultura, che dovrebbero preservare il ruolo centrale degli esseri umani. Per il resto, si può cominciare ad immaginare la presenza di automi nei campi, negli hotels, nella sanificazione degli ospedali, per non parlare dei droni al posto di molte pattuglie di polizia. Uno scenario che fa riflettere.
Scorrendo le cifre dell’inchiesta condotta dalla società di consulenza strategica tedesca, si rileva come in Francia simili trasformazioni potrebbero far crescere il tasso di disoccupazione dall’attuale 10% al 18%. Un incremento significativo, da qualsiasi punto di vista.
Si spera, almeno, che nascano molti posti di lavoro per la costruzione, manutenzione e sviluppo dei sistemi automatizzati, anche se dubito che possa esserci una forma di compensazione. Fra i vantaggi, l’aumento della produttività, con conseguente calo dei prezzi di vendita e aumento del potere d’acquisto. Questo potrebbe tradursi in una diversificazione della spesa, orientata verso servizi dove potrebbero nascere nuovi posti di lavoro.
Via | Generation-nt.com